Web Tax: pubblicato il provvedimento sulle modalità applicative
Lo scorso 15 gennaio è stato pubblicato il provvedimento dell’Agenzia delle entrate che stabilisce le modalità applicative dell’Imposta sui servizi digitali (Isd), la cosiddetta Web Tax. Il provvedimento era stato posto in consultazione pubblica a dicembre e UPA aveva risposto alla consultazione con un position paper.
In sintesi l’imposta sui servizi digitali prevede un’aliquota del 3% sui ricavi derivanti da determinati servizi digitali realizzati da soggetti esercenti attività d’impresa, ovvero la pubblicità online e pochi altri comparti minori, facendo salvi settori limitrofi quali l’e-commerce.
Rimangono ancora alcuni dubbi sugli operatori che saranno soggetti passivi di imposta: oltre agli OTT e agli ad tech provider dovrebbero rientrarvi anche i grandi publisher e le agenzie, generando possibili problemi di doppia tassazione.
L’imposta sui servizi digitali non colpisce direttamente gli advertiser, che in quanto tali non sono soggetti passivi dell’imposta. Tuttavia rimangono alcune aree grigie che si chiariranno nei prossimi mesi e sulle quali continueremo a vigilare:
• Il perimetro pubblicitario che verrà tassato, ovvero capire a quali publisher e agenzie si applicherà l’imposta e se coinvolgerà tutti i mezzi digitali a target (addressable TV, digital audio e out of home, etc.);
• Gli impatti indiretti sui costi di acquisto della pubblicità online, ovvero se tale imposta verrà trasferita e in quale misura sul costo degli spazi per gli investitori pubblicitari.
• L’imposta sui servizi digitali è un tema in discussione presso l’OCSE e l’Unione Europea, quindi la versione italiana dell’imposta potrebbe essere transitoria se si troverà un accordo mondiale o continentale. Soluzione che sarebbe di gran lunga preferibile ad una tassazione a macchia di leopardo Paese per Paese.